Cerca nel blog

venerdì 29 giugno 2012

Athanor, la fusione fredda Open Source: intervista a Ugo Abundo

dal sito: www.greenstyle.it
Trovare un’alternativa valida alle fonti fossili, magari meno pericolosa del nucleare tradizionale, è uno dei grandi obiettivi tecnologici della nostra epoca. Dalle fonti rinnovabili al nucleare di nuova generazione (chissà quanto sicuro, poi), tanti sono i tentativi messi in atto di questi tempi per mandare definitivamente in soffitta petrolio e carbone. Fra essi, spiccano le ricerche sulle LENR, le reazioni nucleari a bassa temperatura, solitamente definite con la popolare espressione di fusione fredda.
Prof. Ugo AbundoDa che Andrea Rossi e Sergio Focardi hanno presentato il loro E-Cat, il numero di reattori e di progetti in studio è aumentato a dismisura. Tra questi concorrenti di Rossi, spicca secondo noi il progetto Athanor, sviluppato come progetto scolastico all’interno di un liceo romano. Per capirne di più, abbiamo deciso di porre qualche domanda al responsabile del progetto, il prof. Ugo Abundo.
Iniziamo con una domanda introduttiva. Cosa è il progetto Athanor e quali sono i suoi scopi?
Athanor (da alfa-thanatos) è l’antica fornace alchemica: nel nome, negazione della morte, è contenuto il significato del perpetuo rinnovarsi; rinnovarsi attraverso la trasformazione, così da poter ben essere assunta a modello di un’apparecchiatura per estrarre energie infinite mediante una reazione.
Il progetto si colloca nel settore L.E.N.R. (reazioni nucleari a bassa energia), impropriamente chiamato “Fusione Fredda” nel linguaggio comune; si tratta di studiare le condizioni in cui, in presenza di catalizzatori, si ottengono eccessi di calore rispetto all’energia immessa, facendo reagire elementi leggeri che interagiscono con nuclei, spostando gli elementi verso numeri atomici maggiori.
Scopo della sperimentazione è la ricerca delle migliori condizioni di reazione, in vista dello sviluppo di reattori per la produzione industriale di energia che presenterebbe i caratteri di inesauribilità, nessuna emissione di anidride carbonica, assenza di scorie radioattive, disponibilità per tutti, indipendentemente dalla ricchezza di risorse minerarie.
Scopo successivo, ma non secondario, è proteggere brevettualmente i risultati senza cederne i diritti proprietari (facendo agire solo in licenza) per non consentire che gli acquirenti possano eventualmente privare l’umanità della possibilità di impiego.
Parallelamente, la ricerca e impiantata in maniera “Open Source”, rendendo tempestivamente pubblici sulla Rete i risultati, e creando un gruppo, aperto a tutti gli esperti e gli interessati, per la condivisione di problemi, proposte, verifiche.

Leggi tutto: http://www.greenstyle.it/athanor-la-fusione-fredda-open-source-intervista-a-ugo-abundo-10388.html#ixzz1zBzUM5Uu

Nessun commento:

Posta un commento